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Non è facile celebrare un’artista. Festeggiarlo. Raccontarlo.
In genere lo si fa quando non c’è più, magari intestandogli qualche via o piazza.
Recentemente, per fortuna, qualcuno ha inventato il premio alla carriera, ma ciò avviene soprattutto in ambito cinematografico. Per quanto concerne la musica, esistono i cosiddetti tributi artistici, ma anche queste celebrazioni sono per lo più postume.
A premiare Piero Marras con una sorta di premio alla carriera, a dire il vero, ci ha pensato il comune di Nuoro, città natale dell’artista, conferendogli nel 2014 il “Redentore d’oro”, con la seguente motivazione. ”La musica, le canzoni, la poesia –si legge fra le motivazioni del premio- spesso possono raccontare più di ogni altro strumento, una terra, un popolo, la sua anima, le sue sofferenze. Piero Marras è stato negli anni e continua ad essere, voce di una terra, interprete unico e appassionato, dei sentimenti delle nostre comunità, della gioia, ma anche delle difficoltà di essere sardi”.
Nella performance “40 anni d’Autore” Piero racconterà ,attraverso le canzoni, i momenti più significativi del suo pluriennale percorso artistico. Momenti che hanno accompagnato e ancora accompagnano intere generazioni di sardi .
Ma “40 anni d’autore” sono soprattutto 40 anni ( e più ) di vita da musicista. Ovvero la musica come mestiere. Una scelta non certo facile allora come oggi.
Riuscire a far coincidere la propria passione, le proprie inclinazioni con il proprio lavoro è un “privilegio” che non tutti si possono “permettere”.
“Basta crederci” -sostiene l’artista- “e possedere la giusta dose di incoscienza”. E anche il giusto talento, aggiungiamo noi, sul quale poter investire.
In un periodo come questo, di estrema precarietà sul fronte del lavoro, una scelta coerente con le proprie inclinazioni potrebbe rivelarsi una scommessa vincente. Se non altro meno frustrante di molte altre opzioni necessitate e non certo appaganti. Riteniamo che questi temi, qualora ci venisse richiesto o ce ne fossero le condizioni e l’opportunità, potrebbero essere utile argomento di dibattito a latere dei concerti.
Per tutti questi motivi “40 anni d’Autore” non è solo un concerto ,ma una rara testimonianza di se, il percorso intrigante di un’”anima prensile” a volte bizzarra, pronta a raccontarsi con la miriade di registri che le sono propri e che negli anni hanno avuto modo di affinarsi e perfezionarsi. Un cammino sul filo della suggestione e del magnetismo.
Una voce che suona e un pianoforte che canta.
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