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[:it]A criatura[:en]COPIA [:]

26 Ottobre 2021
21:00
C.T.B.
[:it]A criatura[:en]COPIA [:]

🗓 Martedì 26 / mercoledì 27 / giovedì 28 / venerdì 29  Ottobre  2021

⌚ore 20.30 – Storie finite
LA CREATURA DELL’ARTISTA
con Tiziana Martucci

⌚ore 21.00 – A CRIATURA
(SPETTACOLO IN PORTOGHESE)

C T B
COMPANHIA DE TEATRO DE BRAGA
presenta

A CRIATURA

di Henrik Ibsen
regia di Lelio Lecis

con
António Jorge, Eduarda Filipa, Rogério Boane e Solange Sá

SPETTACOLO IN PORTOGHESE

Traduzione: Ana Cruz
Allestimenti e luci: Lelio Lecis
Scenografia e costumi: Valentina Enna
Armadio: Manuela Bronze e Mónica Melo
Proiezione laser: João Moura
Progetto grafico: Carlos Sampaio
Fotografia: Eduarda Filipa
Operazione leggera: Vicente Magalhães
Operazione sonora: João Chelo
Cattura del suono del personaggio “Manager”: Luís Rosa Lopes
Voce fuori campo del personaggio “Manager”: Rui Madeira

Irrequieto, anticonformista, spesso fastidioso, Henrik Johan Ibsen (1828-1906) ha creato personaggi fortemente segnati dal malessere sociale, in un’opera sempre più immersa nelle profondità della psiche umana. Nel 1899, già nel crepuscolo della sua vita, scrisse “Quando noi morti ci destiamo”, il testo su cui si basa questo spettacolo, il cui protagonista è un vecchio scultore di fama mondiale di nome Rubek, un uomo che scopre tardivamente che le sue scelte di vita si discostano da ciò che lui avrebbe voluto in giovinezza. Ha scelto l’arte a discapito dell’amore, e poi il successo a discapito dell’arte stessa.
Lo scultore è diventato famoso in tutto il mondo principalmente per una sua scultura sulla resurrezione. La scultura rappresenta una giovane donna che si libra verso il cielo da un piedistallo che sembra la terra popolata da esseri umani simili ai maiali. Proprio il piedistallo sarà il motivo del suo successo. Il piedistallo quindi e non la sua opera immortale. Il rapporto strano tra lo scultore e la modella porta quest’ultima ad una sorta di follia che la farà scappare in giro per il mondo dove avventure pericolose la porteranno alla morte. Tornerà da morta per trascinare con sé lo scultore che aveva tradito il suo spirito dando più importanza al piedistallo e non alla sua figura.
La modella è una giovane donna che nello squilibrio della sua esperienza artistica cerca sollievo in gioie artificiali. Un’opera quindi sull’arte ma anche sul disagio giovanile e sul tradimento dei propri sogni e ideali.
Costruito come esercizio di pensiero ontologico sulla creazione artistica, espone in scena ciò che può realmente accadere tra un creatore e la sua opera. Questo lavoro del regista italiano Lelio Lecis regala il palco all’arte e le pulsioni che la determinano e la modellano. “La creazione artistica è l’unica possibilità per il suo creatore di comunicare il suo mondo agli altri, ma anche a se stesso”, ha spiegato il regista, riflettendo sull’intimità del rapporto che si instaura tra il creatore e la sua “creatura”. Pur partendo da una narrazione plasmata culturalmente dai territori del Nord Europa, lo spettacolo ha i colori della Sardegna, paese natale del regista.

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