🎟𝐁𝐈𝐆𝐋𝐈𝐄𝐓𝐓𝐎 10€
Biglietteria Teatro delle Saline
ℹ️ 𝙋𝙚𝙧 𝙞𝙣𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙣𝙤𝙩𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞
Abaco Teatro
presenta
di e con Tiziano Polese
con la partecipazione e la regia di Rosalba Piras
Questo spettacolo parla di ciclismo ma non solo, e nello specifico narra la storia del famoso Ottavio Bottecchia campione degli anni ’20. Tiziano Polese ha portato avanti una lunga ricerca sul personaggio Bottecchia e sul ciclismo dal 1923 al 1979, e per la stesura del testo ha attinto alle cronache dei più prestigiosi inviati sportivi per arrivare a dipingere il ciclismo parallelamente alla storia d‘Italia di quegli anni. In scena interpreta vari personaggi, ma soprattutto è un narratore che dà voce a Bottecchia e alla sua bicicletta portandoci nelle salite impossibili del Tour de France, facendoci vivere le fatiche, le situazioni bizzarre in cui si trovavano i corridori nei primi anni ’20, con momenti a volte drammatici a volte di pura comicità. In scena si avvale della partecipazione di Rosalba Piras che firma anche la regia.
“ e i francesi che si incazzano e le balle ancor gli girano” cantava Paolo Conte riferendosi a Bartali vincitore del Tour de France del 1938 e del 1948. Ma ai francesi le balle sono girate molto tempo prima, esattamente nel 1924 e 1925 con Ottavio Bottecchia, detto Botescià, protagonista di questa storia, che in quegli anni vinse due Tour de France di seguito sempre con la maglia gialla, impresa gloriosa e unica. Bottecchia era un italianuzzo della provincia di Treviso, che aveva combattuto al fronte nella grande guerra tra gli esploratori d’assalto (in bicicletta si spingevano fin sotto le linee nemiche ) ma non aveva il physique du ròle del numero uno e gareggiava, lo diceva lui ,“ non per la gloria o le donne, o il successo, ma solo per “i schei”.
Bottecchia, che si chiamava Ottavio perché era l’ottavo figlio di un mugnaio e di una casalinga, non si vergognava di ammettere che correva solo per i soldi. Aveva sempre fame non per metafora, ma perché glielo ricordavano tutti i giorni quei maledetti crampi allo stomaco che temeva molto di più dei crampi alle gambe. Ma la fama di Bottecchia si è protratta nel tempo anche per la sua tragica morte. Fu trovato massacrato di bastonate riverso in un canale nei pressi di un vigneto il 3 giugno 1927.
E allora, cavalcando quella pista ciclabile insieme agli eroi del ciclismo, si potrà forse scorgere di lato quell’infame autostrada che inevitabilmente ci porterà a fare un focus sullo stato di questo strano paese chiamato Italia.
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