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domenica 17 Novembre (turno B)
ore 17.30
Le Compagnie del Cocomero
Il grande albero delle storie
“C’era una volta……” E oggi c’è ancora. Se le storie non hanno tempo , senza tempo è anche il piacere di ascoltarle, per i bambini e i grandi di oggi come per quelli di ieri.
L’arte del raccontare storie trova il suo posto nella trasmissione del patrimonio culturale.
Il racconto era per tutti, per l’intero popolo,. Nello spettacolo si scoprirà che tutto ciò che ci circonda ha una storia, basta solo saper cercare, trovare, guardare, annusare, assaporare.
In un attimo, ascoltare una storia può diventare un’esperienza immensa e unica.
Ma che strana persona è Curiosa…già dal nome si intuisce qualcosa… “Curiosa” che fa rima con…rosa, cosa, sposa, posa, mimosa, spugnosa, radiosa o furiosa, ombrosa o gioiosa, graziosa o spiritosa, senz’altro è vaporosa… è propria strana questa Curiosa, sa giocare con le parole e sa raccontare tante storie che saltano fuori dalla sua strana casa nell’albero. Lei è un po’ grande e un po’ bambina, cerca sempre qualcosa e perde qualcos’altro, è alla continua ricerca del sesto senso…però a volte perde gli altri cinque…forse…forse… i bambini potranno aiutarla entrando con lei nelle “stanze” della sua strana abitazione e poi…
Lo spettacolo, ideato per essere presentato anche all’interno delle strutture scolastiche, grazie all’utilizzo di diversi codici espressivi (burattini, pupazzi, mimo, musica) e di diversi oggetti (da toccare, annusare, assaggiare, ascoltare ecc.) coinvolge attivamente i bambini all’interno del proprio meccanismo di drammatizzazione/narrazione, conducendo gli stessi lungo un percorso fantastico/libero nelle “stanze di un immaginario” fatto di oggetti e di cose che ci raccontano se solo noi siamo disposti ad ascoltare.
Note di regia
Gli oggetti rappresentano un importante codice comunicativo e affettivo con l’adulto. Oggi l’oggetto gioco-giocattolo è diventato un bene di consumo, grazie ad una struttura produttiva che realizza produzioni per miliardi. L’oggetto giocattolo è entrato da tempo in questo meccanismo perverso di consumo, che lo ha reso “oggetto improprio”, cioè non sempre orientato a uno scopo, ma all’essere acquistato per valori estranei a se stesso, con aspettative tutt’altro che ludiche, ma che spesso creano insoddisfazione, delusione, sino all’abbandono.
Nello spettacolo “IL GRANDE ALBERO DELLE STORIE”, si ripercorrono esperienze proprie della costruzione del gioco, dove si recupera il rapporto emotivo con l’ “oggetto”, creando una volontà di conservazione e insostituibilità. La costruzione del testo si poggia sulla relazione “adulto e bambino che giocano insieme”, in uno scambio di esperienze metalinguistiche e della prosodia della parola, che diventano il canale emotivo più idoneo alla conoscenza e alla partecipazione.
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