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da “O Marinheiro” di Fernando Pessoa
drammaturgia e regia Lelio Lecis
con:
Tiziana Martucci: Vegliatrice 1
Julia Pirchl: Vegliatrice 2
Valentina Picciau: Vegliatrice 3
Assistenti alla regia Erika Carta e Stefano Cancellu
Musiche Bernardo Sassetti, Armand Amar
Scenografia Valentina Enna
Costumi Marco Nateri
Assistente costumi e spazio scenico Noemi Tronza
Sartoria Chiara Carta
Direzione tecnica Lele Dentoni
Assistente tecnico Nicola Pisano Costruzione scenografie Graziano Salis
Fotografia Alessandra Tocco e Fabrizio Massidda
Web Nicola Asunis
Assistenti organizzazione generale Francesco Murgia e Rosella Locci
Assistente amministrazione Virna Tola
Responsabile di produzione Marina Mura
Pessoa scrisse Il Marinaio in una notte.
Le protagoniste sono tre donne, che sono esistite o “forse” sono solo il sogno di qualcuno.
Hanno un tempo limitato di vita: una notte. Quando il gallo canterà loro svaniranno.
Le tre donne, durante una veglia funebre, raccontano storie di una vita che probabilmente non hanno mai vissuto.
Uno dei racconti delle tre donne (che da il titolo all’opera) è la storia di un marinaio.
Un marinaio che, durante i lunghi giorni di navigazione, aveva creato con la sua fantasia un’isola immaginaria. Un’isola dove il suo pensiero aveva disegnato le strade, le case, i moli del porto, gli abitanti e i loro comportamenti.
Questa vita immaginata era diventata l’unica sua vita.
Della vita reale non ricordava più niente, nemmeno le carezze di sua madre.
In quest’opera, ho voluto mettere alcuni elementi, che contraddistinguono la vita dell’autore, anche in chiave marinara.
Per un periodo della sua vita, Pessoa faceva lunghi viaggi in nave, per andare a trovare sua madre, che si era trasferita in Sud Africa. Giorni e giorni di navigazione, dove la fantasia trovava un terreno fertile. Per un certo periodo, inoltre, aveva vissuto con una zia “matta” che non sapeva distinguere tra realtà e finzione, ma anche lo stesso autore, spesso in preda ai fumi dell’alcol, aveva caratteristiche simili.La messa in scena dello spettacolo, si rifà a storie marinare che sono presenti nel testo di Pessoa: Il culto delle sirene, l’isola inventata, una piccola finestra da dove si può vedere il mare, il faro, le luci di un porto e tanti altri elementi mutuati un po’ anche dalla sua biografia.
Lelio Lecis
Fernando Pessoa (1888 1935) – Biografia
Per tutta la vita, trascorsa per la maggior parte in una stanza ammobiliata in affitto a Lisbona, dove sarebbe morto in solitudine, Fernando Antonio Nogueira Pessoa rimase pressoché sconosciuto al mondo editoriale ed al grande pubblico. Oggi egli viene comunemente riconosciuto come il più importante poeta portoghese moderno, membro più rappresentativo del Gruppo Modernista conosciuto anche come Orpheu.
Era nato a Lisbona, il padre Joaquim de Seabra Pessoa morì di tubercolosi quando Fernando era poco più che un bambino, la madre si risposò con il console portoghese per il Sud Africa dove la famiglia si trasferì nel 1896. Qui restò per tre anni, imparando perfettamente la lingua inglese ed interessandosi alla lettura delle opere di Shakespeare e Milton. Tornò a Lisbona nel 1905 per iscriversi all’Università, avrebbe tuttavia abbandonato gli studi molto presto per iniziare a lavorare come traduttore per conto di aziende commerciali. Nel frattempo Fernando Pessoa iniziò a scrivere lettere ed articoli per riviste letterarie quali l’Orpheus, suscitando spesso vivaci polemiche per le idee ed i termini anticonformisti. La sua prima collezione di poesie Antinous fu scritta in lingua inglese ed apparve nel 1918. Pure in inglese furono redatte le successive due raccolte e soltanto nel 1933 pubblicò il primo libro, Mensagem, in portoghese che, come i precedenti, passò completamente inosservato.
La maggior parte delle sue poesie apparvero su riviste letterarie quali Athena da lui stessa diretta e sotto gli pseudonimi di Campos, Reis e Caeiro, veri e propri alter ego, ciascuno dotato di una differente personalità e di un proprio background (Campos un ingegnere affascinato da Walt Whitman, Reis un dottore epicureo dalla solida cultura classica) che spesso animavano le pagine di Athena dandosi battaglia, ora lodando ed ora criticando le “reciproche” opere.
Fernando Pessoa morì il 30 Novembre 1935, la sua fama iniziò a diffondersi, in Portogallo e poi in Brasile, a partire dal 1940 e tutte le sue opere furono pubblicate postume. Ricordiamo Poesias de Fernando Pessoa (1942) ed Odes de Ricardo Reis (1946). La sua autobiografia scritta sotto lo pseudonimo di Bernardo Soares, apparve solo nel 1982.
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