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29 Giugno 2021
21:00
Akròama
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TURNI
A martedì / B mercoledì /  C giovedì / D venerdì
29 martedì / 30 mercoledì Giugno 2021
1  giovedì / 2 venerdì  Luglio 2021

ore 20.30 – Frammento 5

ore 21.00 – La peste

Akròama
presenta

LA PESTE

di Albert Camus

riduzione e regia di Elisabetta Podda

 con

Simeone Latini, Giuseppe Boy, Gianfranco Cudrano,
Stefano Cancellu, Giovanni Andrea Vinci

Spazio scenico e costumi:  Elisabetta Podda
Assistente spazio scenico e costumi:  Noemi Tronza
Direzione tecnica: Lele Dentoni
Assistente alla regia: Valentina Picciau
Assistente tecnico: Nicola Pisano
Fotografia: Stefano Cancellu e Valentina Picciau
Comunicazione web:  Nicola Asunis
Assistenti organizzazione generale:  Francesco Murgia e Rosella Locci
Assistente amministrazione:  Virna Tola
Direzione generale:  Marina Mura

La peste che coglie inaspettatamente gli abitanti increduli della città algerina di Orano ci ricorda l’attuale momento storico, in cui viviamo una pandemia che ci ha colpito cogliendoci impreparati.

Diverse sono le analogie con il tema dell’opera di Camus. Inoltre la città di Orano ricorda molto da vicino Cagliari che si affaccia sul mare e ha un sole cocente con cui gli abitanti devono fare i conti.

Lo spettacolo, in forma di oratorio, sottolinea alcuni temi cari a Camus attraverso le vicende di vari personaggi che assurgono a paradigmi.

“La peste” è infatti un testo corale, in cui vari personaggi cercano la loro dimensione e i loro perché a un disastro che metterà in ginocchio la città: il dottor Rieux, che si industria e si prodiga per curare una malattia quasi sempre incurabile e comunque imprevedibile (altro punto di contatto con il covid); l’impiegato Grand con la sua sensibilità e i suoi problemi con l’uso delle parole che ci fa sorridere; il giovane giornalista Raymond Rambert che cerca inutilmente di ricongiungersi con il suo amore lontano, ma impossibilitato a spostarsi per via della  chiusura della città; il suicida mancato Cottard,  terrorizzato dalla polizia perché con la coscienza sporca; il nuovo arrivato Tarrou  che tiene un diario che aggiorna quasi fino all’ultimo; Padre Paneloux con una fede così salda che lo farà sconfinare nell’eresia; il portinaio Michel, il primo che muore di peste, che ci ricorda tutti i portinai che abbiamo conosciuto, e per questo forse  ci è così caro. La redenzione per molti di loro passerà attraverso l’impegno costante e giornaliero a contribuire con le proprie capacità ad aiutare gli altri.

Nel 1957 Camus ricevette il premio Nobel per la letteratura, per aver saputo esprimere come scrittore “i problemi che oggi si impongono alla coscienza umana”. Di straordinaria attualità è la soluzione che Camus ci propone attraverso questi personaggi per superare un momento così difficile come quello del flagello della peste: l’indifferenza, i gretti interessi personali e la burocrazia saranno gli alleati della malattia, mentre il fronte comune di persone che semplicemente svolgono il proprio dovere diventerà la barriera che fermerà la peste.

“Io ne ho abbastanza della gente che muore per un’idea. Non credo nell’eroismo, so che è fin troppo facile e ho scoperto che uccide. A me interessa che gli uomini vivano e muoiano per ciò che amano”.

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