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martedì 29 e sabato 30 Maggio
ore 21,00
Teatro Sassari
presenta
MISERIA E NOBILTÀ
di Eduardo Scarpetta
adattamento e traduzione a cura della Compagnia Teatro Sassari.
Coordinamento scenico di Alfredo Ruscitto
regia di Giampiero Cubeddu
con
Teresa Soro, Alessandra Spiga, Marta Pedoni,
Pasquale Poddighe, Andrea Riccio, Ignazio Chessa,
Michelangelo Ghisu, Mario Lubino, Claudio Dionisi,
Emanuele Floris, Paolo Colorito, Alfredo Ruscitto,
Clara Farina, Elisabetta Ibba, Gianni Sini.
Per festeggiare i 40 anni dal debutto, avvenuto il 14 ottobre 1977, al Teatro Civico, ora Palazzo di Città, con i due atti unici di Giovanni Enna “Ziu Luiginu e li tempi nobi” e “Paj vinzì vi bò la strumbadda”, la Compagnia Teatro Sassari ripropone la commedia in tre atti “Miseria e nobiltà”, rappresentata per la prima volta, con grandissimo successo di pubblico e di critica, al Teatro Civico il 26 marzo 1983, con numerose repliche e successivamente ripresa nel 1994, ora in un nuovo allestimento, parzialmente rinnovato nel cast, ma con la medesima impostazione registica di Giampiero Cubeddu.
La trama è nota e l’adattamento del testo alla realtà sassarese nulla toglie alla felicissima commedia di Scarpetta, scritta nel 1887, resa ancora più popolare dalla trasposizione cinematografica del 1954 a colori di Mario Mattoli con Totò, Sophia Loren
, Carlo Campanini e Carlo Croccolo, che offre una visione più fresca e leggera della commedia di Scarpetta.
La commedia ha come protagonista Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, perennemente senza soldi, che vive con la compagna Luisella, il figlio Peppiniello e l’amico Pasquale, anche lui poverissimo, Concetta, moglie di Pasquale e lo loro figlia Pupella. La trama ruota attorno all’amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano Semolone, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Ottavio Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Invece il padre di Gemma,
Don Gaetano, apprezzerebbe molto un matrimonio che nobiliterebbe la sua famiglia.
Eugenio si rivolge quindi allo squattrinato Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.
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