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Akròama
presenta
da “La mite” e “Sogno di un uomo ridicolo” di Fëdor M. Dostoevskij
regia Elisabetta Podda
con
Alberto Marcello, Enrico Inserra, Julia Pirchl
Costumi Marco Nateri
Direzione tecnica Lele Dentoni
Assistenti tecnici Nicola Pisano, Roberto Lamonica
Assistente costumi e spazio scenico Noemi Tronza
Sartoria Chiara Carta
Aiutoregista Fabio Carta
Fotografia Francesca Mu
Direzione Artistica Lelio Lecis
Comunicazione Web Nicola Asunis
Assistenti organizzazione generale Francesco Murgia e Rosella Locci
Assistente amministrazione Virna Tola
Direttore generale Marina Mura
È la riduzione in due atti unici di due racconti pubblicati nel 1876 e ’77 presso “Diario di uno scrittore”: “La mite” e “Sogno di un uomo ridicolo”. Definiti da Dostoevskij stesso “fantastici”, i racconti appartengono entrambi alla maturità dell’autore.
“La mite”, ispirato ad un fatto di cronaca, è la storia di un uomo che veglia la moglie suicida: è una lucidissima analisi della psiche umana attraverso il soliloquio del protagonista irragionevole, in un susseguirsi di interrogativi e ricordi che non portano risposte.
In “Sogno di un uomo ridicolo” il protagonista è deciso ad uccidersi ma di fronte ad un semplice accadimento modificherà i suoi intenti mentre noi siamo chiamati a seguire il suo ragionare fino alla risoluzione. Entrambe le storie risultano più che mai attuali, d’altronde lo stesso Dostoevskij dice:
“Mi chiamano psicologo; non è esatto, io sono soltanto realista nel senso più alto, cioè rappresento tutte le profondità dell’animo umano”.
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